la fiaccola dell'anarchia

galassia anarchica

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rivisitazione del potere e suo ridimensionamento

domenica 27 luglio 2008

ECCIDI FASCISTI DIMENTICATI

IL MASSACRO DI BARI DEL 28 LUGLIO 1943:una pagina di storia dimenticata.....................Bari, mattina del 28 luglio 1943: diffusasi la notizia che sarebbero stati liberati i detenuti politici, un gruppo di giovani si muove per andare loro incontro. Strada facendo si forma un corteo di circa duecento persone, tra cui molti studenti, che si ferma davanti alla sede della Federazione fascista, presidiata dall’esercito, per chiedere la rimozione dei simboli del regime. Improvvisamente parte il fuoco contro i manifestanti: alla fine si contano venti morti, trentotto feriti.
«Ma il loro numero non è stato mai definitivamente accertato» ricorda Vito Antonio Leuzzi nell’«Introduzione» a «Memoria di una strage», un libro recentemente pubblicato a Bari dalle Edizioni dal Sud (pp. 168, € 10,00), curato da Giulio Esposito e dallo stesso Leuzzi, dell’Istituto pugliese per la Storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea. Realizzato con il contributo dell’Università di Bari, il testo raccoglie una serie di testimonianze e di documenti che riguardano, direttamente o indirettamente, l’eccidio avvenuto nel capoluogo pugliese. Ancora Leuzzi sottolinea che questa strage rappresenta «il segno palese della politica di violenta restaurazione imposta dalle forze monarchico-badogliane».
L’episodio non è stato mai dimenticato a Bari: un altro lavoro sulla vicenda – «Qui radio Bari» (Dedalo, Bari, 1993, pp. 160, lire 25.000), infatti, era stato pubblicato tempo fa da Antonio Rossano.

La ricostruzione attraverso i materiali più vari
La ricerca di Leuzzi ed Esposito ha inizio con gli avvenimenti del 2 aprile 1942, quando un rapporto dell’Ovra segnala l’esistenza di un «occulto movimento liberal-socialista» che fa capo in Puglia a Tommaso Fiore.
Informative della polizia e dei carabinieri, disposizioni, relazioni del prefetto di Bari, verbali, segnalazioni, lettere dal carcere, resoconti apparsi sulla stampa del Comitato di liberazione nazionale, memorie e scritti di protagonisti: tutta questa documentazione offre un quadro ampio e dettagliato della vicenda. Né mancano i documenti processuali e la sentenza del Tribunale militare territoriale di Taranto che, il 7 gennaio 1944, assolse, per insufficienza di prove, un sergente, accusato di essere intervenuto nel corso della manifestazione e di aver cominciato a sparare.
Si può anche rileggere, a tal proposito, un editoriale apparso in quei giorni su «La Gazzetta del Mezzogiorno», l’unico quotidiano che non sospese le pubblicazioni durante la guerra, neppure per un giorno, e che fu accusato di aver scatenato la manifestazione. L’editoriale era a firma di Luigi de Secly, allora redattore capo del giornale, vicino a Benedetto Croce.
Qui le dichiarazioni di esponenti della nostra costituzione ,si fa per dire............Ciampi:"Anche i ragazzi di Salo' volevano un'Italia unita".................Carlo Azeglio Ciampi: I giovani di Salò "sbagliarono", ma lo fecero «credendo di servire ugualmente l'onore della propria patria», animati da un sentimento di «unità» nazionale. Il giudizio storico sulla Repubblica di Salò «non può dimenticare» che «essa appoggiò, con la sua azione, la causa del nazismo. Anche se scelte individuali di adesione furono ispirate al convincimento di fare in tal modo il proprio dovere. Contro quella causa combatterono le forze armate italiane, rimaste fedeli al giuramento prestato, in consonanza d'intenti con la risorgente Italia democratica». .........................Oscar Luigi Scalfaro: «Dobbiamo ricordare tutti quelli che hanno pagato quell'alto prezzo. Anche quelli che si batterono per ideali che non condividiamo. Solo il leale rispetto della verità può essere la base di una vera pacificazione».................................Luciano Violante: "Bisogna sforzarsi di capire, senza revisionismi falsificanti, i motivi per cui migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto si schierarono dalla parte di Salò e non di quella dei diritti e delle libertà".........Dedico questo post alle vittime che sicuramente non avrebbero immaginato che a distanza di tempo emeriti IDIOTI che hanno ricoperto cariche importanti in seno alla nostra repubblica fondata sulla Resistenza,si potessero esprimere con cosi' tanta dabbenaggine e insolenza verso chi è stato trucidato e stava dalla parte giusta.DA ANNI SI CONSUMA UN PROCESSO DI REVISIONISMO STORICO DA PARTE DI EX-PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA COSI' TANTO OSANNATI E CHE INVECE DI SALVAGUARDARE I PRINCIPI DI EGUAGLIANZA,LIBERTA' E DIRITTI SI SONO INESORABILMENTE VENDUTI AL SISTEMA CORROTTO E ALLE MAFIE.INOLTRE SE OGGI CI RITROVIAMO SUL GROPPONE IL FASCISMO DI BERLUSCONI LO DOBBIAMO ANCHE E SOPRATTUTTO A QUESTI STOLTI CHE HANNO SPIANATO LA STRADA AL NUOVO DUCETTO DI ARCORE E I SUOI EFFETTI COLLATERALI DEVASTANTI PER IL NOSTRO PAESE. NIENTE REVERENZE QUINDI PER CHI NON RICONDUCE LA STORIA SUI BINARI CHE LE COMPETONO."NAPOLITANO VENDUTO SEI AVVERTITO".............Tony Scutellà

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